(ANSIA) Sembra impossibile. Addirittura incredibile ma, ancora una volta, la realtà supera la fantasia: in questi difficili tempi di coronavirus accadono cose strabilianti come l'arresto di Ronaldinho (e di suo fratello Ranho Neru) in Paraguay (che invece i guai non li ha parati per niente).
L'ex stella del calcio braziliano e della squadra più titolata al mondo, nella quale era giunto proprio su suggerimento del fratello Ranho Neru, grande portiere in epoca passata ormai dedito alla GDO nell'area di Milano.
Ritiratisi dall'attività agonistica i due, un tempo separati alla nascita ma poi ritrovatisi in occasione del matrimonio del fratello più anziano con la Signorina Rottermeyer (che per l'accaduto non riesce a trovare pace) e divenuti inseparabili, hanno provato per un po' di tempo a lavorare insieme in uno degli innumerevoli punti vendita dell'area milanese ma, visto che il giovane Dinho più che lavorare sbevazzava tutte le scorte di birra, hanno pensato di ritirarsi anche da quella attività e darsi al perenne pelleggrinaggio in giro per il mondo.
È stato proprio un amico di Milano a fornire i due passaporti, in seguito risultati falsi.
Secondo fonti dell'Interpol meneghina lo spacciatore sarebbe riconducibile a un insospettabile funzionario dell'Autorità per l'Energia e il Gas, identificato con il nome in codice "Big Parachul". Di più non è stato fatto trapelare.
Ronnie e Ranho arrestati in Paraguay
Maggiori informazioni non appena i fatti avranno uno svolgimento più chiaro.
È ancora chiarissima nella memoria di tutti i loro tifosi l'imagine di quando i due militavano nella squadra più titolata al mondo, guidati dal banditone d'Italia, il notissimo politico del bunga bunga, allora capace di coprire d'oro i suoi giocatori.
Aperta tra tutti i tifosi una raccolta fondi per il pagamento della parcella dell'Avv. Taormina perché, se ha tirato fuori la Franzoni, tira fuori dal gabbio anche questi due.