Viaggio in Grecia
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Pasqua, 18 Aprile 1976

Come al solito, ogni anno in occasione delle vacanze pasquali, la scuola organizza un bel viaggio di una settimana circa. Quest'anno si va in Grecia, terra di cultura e storia antica, culla della civiltà umana: arriverem noi a sconvolgere lo status quo... Siamo in terza liceo quindi facciamo già parte dei "grandi" e ci è concesso quasi tutto.
Dopo un estenuante viaggio in treno di oltre dodici ore, raggiungiamo Brindisi in mattinata e scopriamo, nostro malgrado, di dover trascorrere tutta la giornata in città, prima di poterci imbarcare per la Grecia.
 La giornata sembrava mettersi al meglio, almeno da puntodi vista del clima: aria fresca e sole non particolarmente caldo.

Pranzo frugale con tutti i partecipanti al viaggio e, nel pomeriggio per ingannare il tempo, Brunetti (già nostro prof. di ginnastica ma, in realtà vero tuttofare in seno all'organizzazione della scuola, lancia l'idea di andare al cinema. Ed eccone uno lì che proietta la nuova pellicola "Marcia Trionfale", con Franco Nero, Miou-Miou e Michele Placido. Essendo circa una trentina di ragazzi insieme al professore e ad altre "autorità" della scuola si entra con grande entusiasmo. Peccato che, a causa delle scene scabrose e degli argomenti ritenuti inadatti alle vergini e candide menti di noi ragazzi (segue breve nota bibliografica sul film), la mesta brigata lascia il cinema alla volta delle più "tranquille" vie della città pugliese nel mezzo della proiezione. Ancora oggi la maggior parte di noi non sa come va a finire il film...


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Breve riassunto da "Il Morandini".
Passeri, neolaureato borghese del Sud (M. Placido), fa il servizio di leva agli ordini del capitano Asciutto (F. Nero) che vuol farne un “buon soldato”, dunque un “vero uomo”. Intanto la moglie (Miou-Miou) del secondo diventa l'amante del primo. Cineasta esercitato nell'indagine lucida e aggressiva dei meccanismi repressivi delle istituzioni, Marco Bellocchio se la prende qui con la vita militare dopo la famiglia, i partiti politici e la scuola. Il discorso politico passa attraversa il rapporto di tipo paterno, seppur screziato di una latente omosessualità, tra i due personaggi maschili, ma si focalizza sul personaggio della donna, la vittima più umiliata di un sistema e di una mentalità, ma anche la più reattiva. I suoi punti deboli sono nell'analogia, troppo dimostrativa, tra repressione sessuale e repressione autoritaria e nei passaggi non sempre risolti tra il piano descrittivo e quello narrativo.

Come se non bastasse il caldo vieniamo sorpresi da un acquazzone e ci si ripara come e dove si può: quando esce di nuovo il sole quale migliore occasione per fare delle fotografie? Il risultato è il seguente: le foto, scattate con una Kodak Instamatic di vera plastica, sono state abilmente ritoccate con i moderni mezzi informatici...

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Brindisi. Da sx: Infanick e Rotz (in versione spie eversive di destra), Periani, Il Neghjer, la serpe Farina e un imberbe Fabiettino detto Berta.

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Brindisi: le Colonne romane


Finalmente, però, arriva la sera e il momento dell'imbarco.

Il viaggio sarà articolato e allegro perché sarà come una piccola crociera divisa in due parti. All'andata sfiorando l'isola di Zacinto la nave si inoltrerà nel canale di Corinto lasciandoci proprio al capolinea dove, su un paio di pullman dall'aspetto imbarazzante, ci recheremo ad Atene.
In un albergo del centro con una bella terrazza, che da proprio su un bordello con tanto di insegna luminosa: lo faccio notare ad alta voce con sommo disappunto della Prof.ssa Scotti, che insegnava inglese alle medie ed era la sorella della nostra Prof.ssa di scienze.
La mattina seguente ci apprestiamo a fare il giro della città con visita al Partenone e ai musei più famosi. Passiamo anche in piazza Sintagma ma così in fretta che le foto  di rito le farò trent'anni dopo quando ci tornerò per lavoro.

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Atene, il Partenone. Da sx: La giovane Berta, Farina la serpe, Periani, Infanick, il Negher e, svaccato, Rotz con sigaretta in mano...

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Anni più tardi apparirà questa foto di tre filosofi che camminano disquisendo dei massimi sistemi, nei pressi del Partenone.


Dopo la bella capitale greca, si parte alla volta di Delfi, dove ci aspetta un albergo in cima a una scala micidiale con oltre cento gradini. Visto che i prof e gli accompagnatori adulti soggirnavano in un albergo più comodo, nella notte si scatena l'inferno, tra cori da stadio e visite alle camere delle ragazze. Dopo l'immancabile visita al sito dell'Oracolo si riparte per Olimpia pasando da Lepanto. Sarà proprio nel "resort" di Olimpia che maturerà il fattaccio di cui parleremo più avanti.

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L'allegra motonave Esperia che ci porterà in Grecia attraverso il canale di Corinto.

Scene di panico e di isterica euforia si scatenano mentre si prende posto nelle cabine del terzo ponte inferiore. Rotz, allora quasi sedicenne, dopo aver preso visione della sua cabina, che divide con altri tre disperati (Farina, Cova e Bobo Laurenti, probabilmente) si reca alla scoperta della nave e, sul ponte del bar, conosce una diciottenne di cui si innamora immediatamente. Anche lei partecipa al viaggio con il gruppone anche se frequenta un'altra scuola milanese, perché è amica di amici. Si chiama Tiziana ed è, a dir poco, bellissima. Il nostro ne parla con due amici, Lodo Mangiarotti (quasi di anni 17) e quella serpe di Gatti (quasi di anni 18) i quali mostrano subito grande e malcelato interesse nei confronti della ragazza.

Per la cronaca, la sera nella discoteca dell'albergo, Cinzia si mette con Agnati.

Purtroppo questa, dopo una scena fantozziana, cadrà tra le spire dell'infido Gatti qualche sera più tardi, in una camera d'albergo quando ci trovavamo a Olimpia.

Rotz e Lodo si rincuoreranno a vicenda cercando di ubriacarsi con della pessima Coca Cola di fabbricazione greca e del finto rum offerto dalla casa, anche nel tentativo di ignorare l'ineffabile Cova che intonava per la millesima volta gli stornelli su Fanfulla da Lodi.
Da Olimpia, un paio di giorni più tardi, si viaggia verso il porto di Patrasso per prendere di nuovo il largo alla volta di Ancona dove ci attende un treno per tornare a casa (e a scuola).

(Scritto da Rotz nell'aprile 2006, per il trentesimo anniversario del viaggio)

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